Giù il cappello signori della borghesia scritti e discorsi di Giacomo Matteotti
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16,00 €
Introduzione di Gian Carlo Corada
Casa Editrice: Cremonabooks
Testo: Italiano
Pagine: 111
“Giu’ il cappello, signori della borghesia”. Così inizia un articolo di Giacomo Matteotti pubblicato su “La lotta”, giornale socialista di Rovigo, il 7 gennaio 1922, in ricordo dei martiri antifascisti del Polesine. Il titolo, per una raccolta di scritti di Matteotti, è un po' inconsueto. Il libro, infatti, si inserisce nell'ambito della più recente storiografia, secondo la quale Matteotti è non solo il più noto martire antifascista, ma un interessante ed importante attore politico del ‘900. Prima della morte Matteotti ha affrontato alcuni grandi temi del suo tempo ed ha cercato delle risposte innovative e tali da poter ancora dire qualcosa a noi oggi. L'assassinio di Matteotti, il 10 giugno 1924, ed il ritrovamento del suo cadavere, il 16 agosto successivo, destarono grande scalpore in Italia ed all'estero. Giacomo Matteotti venne, durante tutto il Ventennio, onorato dagli antifascisti come un martire. Il suo assassinio, la morte atroce inflittagli da un gruppo di fanatici per ordine o comunque su sollecitazione di Mussolini, la difesa che di questi assassini, rimasti sostanzialmente impuniti, fecero i fascisti, furono elementi forti anche dopo la caduta del Regime e tali da perpetuare la memoria del leader socialista. Il nome di Giacomo Matteotti è ricordato in quasi quattromila vie, piazze, scuole in Italia ed anche all'estero. Ciò è giusto, poiché la memoria di come il fascismo sia stato orribile va conservata in tutti i modi. Questa memoria però ha messo in ombra il Matteotti politico ed ancor più il Matteotti teorico della politica. Ha messo in ombra la memoria del Matteotti difensore dei più umili, educatore, radicale riformista. Per non parlare del Matteotti intransigente pacifista ed antimilitarista! Il presente lavoro, che viene pubblicato alla fine del centesimo anniversario dell’assassinio, si pone l’obbiettivo di portare un contributo alla riscoperta del pensiero e dell’azione di Matteotti, a prescindere dalla morte, dal “culto” e dalle polemiche successive.
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